lunedì 30 luglio 2012

La Carie Dentaria - Parte I

Che cos'è la carie dentaria

Un controllo periodico impedisce complicazioni
La carie dentaria è una patologia degenerativa dei tessuti duri del dente (dunque lo smalto e la dentina) causata da infezione batterica e che partendo dall'esterno può giungere sino alla polpa dentale.

I batteri che la producono sono quelli usualmente presenti nel cavo orale, in particolare quelli a diretto contatto con il dente come placca batterica.

Questi di norma non degenerano in carie, ma può capitare di sviluppare carie se non si applica una corretta igiene orale o se si ha un netto calo delle difese immunitarie (ad esempio a seguito di un trapianto o di stress perdurati).


I batteri che generano la carie, è bene ricordarlo, non possono mai essere debellati del tutto: portano effetti positivi (si pensi ad esempio alla benefica competizione che hanno con batteri ben più nocivi) e di norma vivono in simbiosi con il nostro organismo che li tollera anziché reagire immunitariamente come farebbe con altri batteri.

Analogamente, ricordiamo che se lo smalto offre una prima robusta barriera difensiva, una volta che questo sia stato consumato dall'azione degli acidi e dei batteri, la carie procede molto più speditamente per gli altri strati residui.

Che cosa comporta la carie dentaria e come si interviene


Due molari rimossi per carie; si noti la profonda lesione.
Una volta scavata la matrice minerale e organica del dente, si generano delle lesioni che raggiungono le terminazioni nervose, fornendo il sintomo tipico che è un forte dolore: questo significa che una volta che si sta avvertendo il dolore la patologia è già in stato avanzato e che quindi era meglio intervenire anteriormente.

Lo specifichiamo perché sembra ancora invalsa l'idea che finché non si avverta dolore tutto vada ancora bene nel cavo orale, quando invece non è così per patologie come questa o, ad esempio, la piorrea, che generano danni rilevanti se non prese per tempo, ma che possono essere prevenute o contenute in maniera sensibilmente più facile grazie ad interventi tempestivi.

Una volta che la patologia ha già prodotto lesioni, è possibile intervenire con odontoiatria conservativa (ovvero asportare il tessuto infettato e sostituirlo con altro) o l'endodonzia in caso di patologia particolarmente avanzata, con la rimozione del tessuto pulpare e la sua sostituzione.

[Parte II]

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