Che cos'è la carie dentaria
Un controllo periodico impedisce complicazioni |
I batteri che la producono sono quelli usualmente presenti nel cavo orale, in particolare quelli a diretto contatto con il dente come placca batterica.
Questi di norma non degenerano in carie, ma può capitare di sviluppare carie se non si applica una corretta igiene orale o se si ha un netto calo delle difese immunitarie (ad esempio a seguito di un trapianto o di stress perdurati).
I batteri che generano la carie, è bene ricordarlo, non possono mai essere debellati del tutto: portano effetti positivi (si pensi ad esempio alla benefica competizione che hanno con batteri ben più nocivi) e di norma vivono in simbiosi con il nostro organismo che li tollera anziché reagire immunitariamente come farebbe con altri batteri.
Analogamente, ricordiamo che se lo smalto offre una prima robusta barriera difensiva, una volta che questo sia stato consumato dall'azione degli acidi e dei batteri, la carie procede molto più speditamente per gli altri strati residui.
Che cosa comporta la carie dentaria e come si interviene
Due molari rimossi per carie; si noti la profonda lesione. |
Lo specifichiamo perché sembra ancora invalsa l'idea che finché non si avverta dolore tutto vada ancora bene nel cavo orale, quando invece non è così per patologie come questa o, ad esempio, la piorrea, che generano danni rilevanti se non prese per tempo, ma che possono essere prevenute o contenute in maniera sensibilmente più facile grazie ad interventi tempestivi.
Una volta che la patologia ha già prodotto lesioni, è possibile intervenire con odontoiatria conservativa (ovvero asportare il tessuto infettato e sostituirlo con altro) o l'endodonzia in caso di patologia particolarmente avanzata, con la rimozione del tessuto pulpare e la sua sostituzione.
[Parte II]
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