lunedì 23 luglio 2012

Il Filo o Nastro Interdentale - Parte II

[Parte I]

Come scegliere il filo interdentale


In commercio si trova in diverse varietà e di diversi materiali, tra cui anche materiali organici come la seta o affini, preferiti da chi ricerchi un filo che sia subito biodegradabile.

La variabile più critica nella scelta è senz'altro lo spessore del filo o nastro: uno spessore eccessivo può rendere arduo se non impossibile il raggiungere adeguatamente tutte le intercapedini, mentre uno spessore troppo contenuto, specie in presenza di dentatura aguzza, può portare alla frequente spezzatura o allo sfilacciamento del filo, con il rischio che ne restino frammenti tra i denti che quindi aumenterebbero ulteriormente l'accumulo di detriti e le possibilità di infiammazioni anziché combatterli.

Qualora si dovesse restare con frammenti di filo o nastro incastrati tra i denti, è consigliabile ripassare sulla stessa porzione di arcata con un filo intatto e con una posizione il più possibile in linea con il solco dentale, compiendo movimenti lenti e profondi al fine di rimuovere il frammento di filo rimasto tra i denti.


Se non si riuscisse a rimuoverlo e si avvertisse ancora la presenza del corpo estraneo dopo 24 ore, invitiamo a consultare il proprio odontoiatra e a non sottovalutare la presenza del residuo, dal momento che potrebbe avere complicazioni fastidiose per il paziente.

Tipologie di filo interdentale


Un supporto con forma a "Y"; ne esistono anche a "F"
Oltre alla già citata seta, che presenta anche vantaggi in termini di elasticità e adattabilità alle diverse parti della bocca, esistono in commercio variabili degne di nota al semplice filo di nylon:


  • cerato (scivola con meno attrito sulla superficie dentale, ma se usato tra le dita può risultare tagliente);
  • non cerato (scivola possibilmente raschiando di più, ma può incastrarsi più facilmente);
  • con aromi o integratori di  minerali (al gusto di menta per beneficio dell'alito o con floruro e altri composti utili al dente).

Si ricorda che se si ha una bocca con angolazioni particolari o difficilmente raggiungibile, esistono inoltre in commercio bacchette in cui inserire il filo per poter poi raggiungere con agio tutte le posizioni altrimenti poco accessibili.

Cautele nell'uso del filo interdentale


Soprattutto in occasione dei primi impieghi in assoluto o dopo lungo tempo dall'ultima pulizia con filo, è normale che vengano rimossi sedimenti in stato di putrescenza e per questo è possibile avvertire in bocca un cattivo sapore o percepire un cattivo odore che sale fino alle narici.

Questa spiacevole sensazione non deve di norma preoccuparci, perché è sintomo che abbiamo eseguito una pulizia efficace e altrimenti quelle scorie sarebbero ancora rimaste a macerare in bocca.

Per rimediare è sufficiente di norma un semplice risciacquo o la successiva pulizia con spazzolino che raccomandiamo ancora per rimuovere efficacemente i detriti spostati dal filo.

Qualora la sensazione sgradevole dovesse persistere, richiedere l'attenzione di un dentista per valutare lo stato del sito dentale che lo genera.

È assai frequente che la sollecitazione del filo porti a sanguinamenti: è normale sanguinare un po' impiegando il filo interdentale, per cui non è necessario preoccuparsi.

Analogamente a quanto sopra raccomandato, si consiglia di sentire il parere di un medico qualora il sanguinamento si protragga troppo a lungo o sia troppo copioso rispetto alla sollecitazione eseguita.


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